Colombo: uno che si era perso

Perché fu proprio Colombo e non qualcun altro a scoprire l’America?

Pochi sanno che questa scoperta fu il più incredibile colossale errore della storia delle scoperte geografiche. Un errore, però, molto fortunato.

Colombo non fu il primo a pensare che la Terra fosse rotonda; ogni studioso di un certo livello del 1400 avrebbe potuto dirvi che c’erano molti modi per capire che la Terra era rotonda: guardando, ad esempio, come le navi scompaiono all’orizzonte, oppure l’ombra che la Terra proietta sulla luna durante un’eclissi.

Già nel 200 d.C. Eratostene, uno studioso egiziano, aveva non solo dimostrato che la Terra era rotonda, ma anche misurato la sua circonferenza con un elegante esperimento.
Eratostene aveva notato che, durante il solstizio d’estate, i raggi del Sole entravano perpendicolari in un pozzo della città di Siene (l’odierna Assuan), mentre formavano un angolo di 7.2 gradi nella città di Alessandria.
Con una semplice proporzione geometrica, conoscendo la distanza tra Assuan e Alessandria, Eratostene calcolò una circonferenza della Terra di circa 39000 Km, con un errore rispetto al valore reale di poche centinaia di chilometri !!

L’esperimento di Eratostene per misurare la dimensione della Terra (dando per scontato che sia rotonda).

Colombo non fu il primo a pensare che la Terra non fosse piatta. Non fu neanche il primo a pensare di raggiungere l’Oriente navigando ad Occidente, visto che l’idea era stata già considerata.

Colombo non fu il primo ad avere l’idea ma fu l’unico che trovò dei finanziatori per realizzarla. Dal 1485 al 1492, con incredibile perseveranza, bussò a tutte le porte per ottenere i soldi necessari alla sua audace spedizione (DATEMI TRE CARAVELLE!).

Chiese dapprima soldi a Giovanni II, Re del Portogallo, che rifiutò (tristemente, fu proprio Giovanni il primo re a incontrare Colombo di ritorno dalla spedizione, malconcio ma vincitore, portando in dono alla Spagna nuove terre che sarebbero potute essere del Portogallo).

Scartato da Re Giovanni, Colombo si rivolse a Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, che proprio in quel periodo stavano terminando la riconquista della Spagna scacciando gli ultimi Mori. Isabella, in particolare, rimase affascinata dalla passione e dall’eloquenza di quel navigatore italiano, e decise di dargli ascolto.

Fece valutare il progetto da una commissione di esperti, che massacrò le idee di Colombo, dicendo che i suoi calcoli erano sbagliati: anche se la Terra era tonda, nessuna nave dell’epoca poteva attraversare tutto l’Oceano che separava l’Europa dal Giappone.

Colombo provò a cercare finanziatori in Inghilterra e nelle Repubbliche Marinare di Genova (sua patria natia) e Venezia; nessuno gli diede ascolto. Probabilmente altri avevano tentato prima di lui, ma si erano arresi.

Colombo però decise di insistere. Più che i suoi calcoli furono i vari amici che si era fatto alla corte di Spagna, affascinati dalla sua perseveranza, che fecero cambiare idea a Isabella. E finalmente, dopo sette anni di tribolazioni i Re di Spagna cambiarono idea e finanziarono la spedizione !!!
Allora come adesso, la parte difficile del lavoro di un ricercatore non è la scoperta in se, quanto piuttosto trovare dei finanziatori che credano nell’utilità della ricerca, e che decidano di investirci dei soldi. Isabella e Ferdinando decisero di credere in Colombo con un finanziamento alla fine modesto (circa 60000 Euro odierni), e ne ricevettero in cambio un Nuovo Mondo.

La seconda ragione per cui Colombo divenne famoso è un puro, clamoroso, enorme colpo di fortuna, scaturito da uno sbaglio.
Colombo aveva fatto grossolani errori di calcolo; ad esempio, all’epoca c’erano diversi tipi di unità per misurare le distanze, e lui confuse il miglio arabo (1,83 Km) con il miglio italiano (1,24 Km).


In questo modo Colombo, a differenza di Eratostene, stimò la conferenza approssimativa della Terra di soli 25000 Km, e la distanza da percorrere per arrivare in Giappone di meno di 4000 Km, un viaggio alla portata delle caravelle dell’epoca. La distanza reale da percorrere era invece di oltre 19000 Km; gli esperti della Regina, tanto denigrati in molti libri di storia, avevano ragione, e i loro calcoli erano più esatti di quelli del grande navigatore. Colombo e i suoi uomini, a causa dell’errore commesso con le unità di misura, erano condannati a morire di fame e di sete, cercando di raggiungere una terra troppo lontana, attraversando un oceano troppo grande per loro.

Ma… il fato diede una mano al nostro audace ma poco preciso eroe, piazzando sulla sua strada un intoppo, un piccolo scoglio. Uno scoglio di 42 milioni di chilometri quadrati, che lo rese famoso per sempre: L’AMERICA !

Colombo non riuscì a godersi la fama e il prestigio acquisiti con la scoperta. Dopo varie spedizioni nel nuovo continente cadde in disgrazia presso la corte, venne anche imprigionato, e morì povero e in disgrazia.

Soprattutto, non si convinse mai di aver scoperto un nuovo mondo ma tentò di dimostrare in ogni modo di essere arrivato in Giappone o in Cina.

A causa di questo errore, il nuovo continente non venne chiamato Colombia, come era giusto che fosse. Fu un altro Italiano, Amerigo Vespucci, a convincersi dopo vari viaggi che le terre oltreoceano erano qualcosa di nuovo, “una quarta parte” delle terre emerse, dopo Europa, Asia e Africa. Divulgò le sue idee in modo efficace e furono due cartografi tedeschi, convinti dagli scritti di Vespucci, a usare per la prima volta il termine “America”.
Adesso che sapete del suo errore, non siate però troppo severi col nostro Colombo. La sua qualità principale non fu l’abilità nel fare calcoli geografici, quanto piuttosto la sua perseveranza, la sua fede cieca in un’idea che lo portò a sprecare sette anni di vita inseguendo un sogno. Fu quella la vera causa della scoperta dell’America, di cui il viaggio per mare costituisce solo la conclusione.

Cristoforo Colombo scopre l’America (incisione del 1594, Theodor de Bry)

E se pensate che noi, con i nostri computer, siamo ormai esenti dagli errori di Colombo, beh, vi sbagliate.
Il 30 settembre 1999 una costosissima sonda della NASA, l’Orbiter, si perse nello spazio, invece di atterrare sulla superficie di Marte. Il costo dell’Orbiter era di circa 125 milioni di dollari. Gli ingegneri americani avevano confuso i chili del sistema metrico decimale con le libbre inglesi…

Pubblicato per la prima volta su SAPERE, Ottobre 2014.


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