Il taccuino perduto di Darwin

Questa Storia di Scienza comincia come una classica detective story e, come le migliori storie di questo genere, è ambientata in Inghilterra.

Cambridge Uni Library
La biblioteca di Cambridge

Nel 2000, nella biblioteca dell’università di Cambridge, due preziosi taccuini appartenuti a Charles Darwin sono presi in prestito per essere fotografati, come risulta dal registro. Quattro mesi dopo, un controllo di routine scopre che i taccuini non sono mai stati restituiti. I taccuini “B” e “C” della lunga collezione lasciata da Darwin, con un valore stimato di diversi milioni di euro risultano scomparsi. Il taccuino “B” è il più famoso perché contiene il primo disegno fatto da Darwin dell’albero della vita, uno schizzo che diventerà la teoria dell’evoluzione di tutte le specie viventi.

Sembra assurdo che l’università di Cambridge sia così sbadata con manoscritti così famosi; a loro discolpa, va detto che la biblioteca contiene mappe e manoscritti anche molto più antichi dei taccuini e circa 10 milioni di libri distribuiti su 210 chilometridi scaffali.

Per venti anni i bibliotecari di Cambridge sperano che i taccuini rispuntino, magari sepolti per sbaglio in un angolo nascosto.  Nel 2020, la biblioteca si decide a dichiarare i libri “probabilmente rubati”, avverte la polizia e l’Interpol e fa un pubblico appello rivolgendosi al ladro misterioso; la notizia ha grande risalto su tutti i media, ma le indagini non portano a nulla.

Il 9 marzo 2022 Jessica Gardner, una bibliotecaria di Cambridge, trova un pacchetto anonimo davanti al suo ufficio. Il biglietto di accompagnamento dice solo: “Buona Pasqua, Bibliotecaria.” Firmato: X. Dentro il pacchetto ci sono i due taccuini scomparsi, come racconta la stessa Jessica alla BBC con lacrime di gioia.

Forse non sapremo mai chi ha rubato i taccuini, ma dobbiamo ringraziare la sorte perché il misterioso ladro li ha conservati benissimo per 22 anni per poi restituirli, chissà perché. A parte il loro valore scientifico, i taccuini di Darwin sono una lettura emozionante per molti storici e scienziati, una sequenza dettagliata di pensieri liberi, idee, considerazioni che permettono di entrare, letteralmente, nella mente del grande scienziato mentre sta concependo la sua grandiosa teoria.

L’immagine più classica di Darwin è quella di un vecchio barbuto, dall’aria corrucciata.

Nel 1831, invece, Darwin è solo un giovane dal futuro incerto e dalla carriera scolastica mediocre che, in mancanza di prospettive migliori, decide di imbarcarsi su un veliero per un giro intorno al mondo.

In cinque anni di viaggio Darwin cattura, studia – e spesso mangia – una quantità enorme di animali e piante in Sud America, alle Galapagos, in Australia. Tornato in Inghilterra, passerà il resto della sua vita a riorganizzare le sue note, elaborando teorie e lavorando a un libro, l’Origine delle Specie, che cambierà la nostra visione dell’Uomo e del mondo.

Nel 1836 comincia a scrivere note sul taccuino “B”, riempiendo 280 pagine in soli sei mesi, paragonando i vari animali che ha trovato nel suo giro intorno al mondo. Perché, si chiede, isole e continenti vicini hanno specie di animali simili, ma ben distinte? Immagina che gruppi di animali, isolati dagli altri, possano lentamente sviluppare tratti unici. “I gatti, i cani e gli ibis egiziani sono uguali a quelli d’un tempo; tuttavia, separiamo una coppia e mettiamola su un’isola di recente formazione… dovrebbero diventare diversi purché tenuti abbastanza a lungo separati… testuggini, uccelli mimi alle Galapagos; volpe alle Falkland- volpe di Chile – lepre irlandese e inglese”.

Darwin intuisce che, forse, le similitudini tra specie diverse sono dovute a un unico antenato comune, da cui le varie specie si sono evolute differenziandosi, a causa di barriere geografiche o di altro tipo.

Secondo me, in Sud America il progenitore di tutti gli armadilli potrebbe essere fratello di Megatherium. – lo zio ora è morto.”

Non tutte le idee che Darwin butta giù sono esatte. In particolare, pur intuendo il meccanismo dell’evoluzione, non ha idea di cosa lo provochi. Scrive: “Cause di cambiamento sconosciute. Isola vulcanica. – Elettricità”.

E all’improvviso, a pagina 36, una frase, “io penso”.

Poi il disegno di un albero che collega varie specie.

Il primo schizzo della teoria dell’evoluzione, con la scritta “I think”.

Gli esseri organizzati rappresentano un albero, irregolarmente ramificato, giacché alcuni rami sono di gran lunga più ramificati di altri. – Di qui i generi. Tante gemme terminali muoiono, quante ne sono generate di nuoveL’albero della vita dovrebbe forse essere chiamato il corallo della vita, giacché la base delle ramificazioni è morta.”

Dovranno passare ancora ancora 20 anni di lavoro prima che Darwin pubblichi l’Origine delle Specie ma per noi, che sappiamo già com’è andata a finire, è facile vedere nello schema di pagina 36 tutta la teoria dell’evoluzione. Ancora oggi, i biologi evoluzionisti usano alberi simili per studiare le relazioni tra specie antiche e moderne.

Alla fine, Darwin presenterà la sua teoria basata su pochi, semplici principi:

1) LA VARIABILITÀ DEGLI INDIVIDUI. Tutti gli organismi di una stessa specie sono simili fra loro ma non uguali, ognuno con caratteristiche più o meno adatte all’ambiente locale.

2) LA LOTTA PER L’ESISTENZA (la sopravvivenza del più adatto).  Tutte le popolazioni animali e vegetali competono per il cibo, gli habitat e la riproduzione.

3) LA SELEZIONE NATURALE. Gli individui più adatti all’ambiente in quel momento hanno maggiori possibilità di avere dei discendenti ai quali trasmettono le loro caratteristiche, facendo così evolvere la specie.

Inevitabilmente, la teoria proposta da Darwin per gli animali e le piante investirà anche l’Uomo, scatenando furiosi dibattiti sulla nostra parentela, o meno, con le scimmie, come abbiamo raccontato nelle storie di scienza in Sapere 1/2020).

Come Galileo tolse l’uomo dal centro dell’universo, Darwin tolse l’uomo dal centro della creazione divina, rendendolo una specie come le altre, legata strettamente a tutti gli altri esseri viventi. Dobbiamo, credo, essergli grati per aver dato la possibilità a noi Uomini di essere umili, non i padroni degli altri esseri viventi, ma loro cugini e diretti discendenti.

Da allora, il semplice schizzo di Darwin è cresciuto sino a diventare un albero della vita enorme, con milioni di specie catalogate. nessun disegno potrebbe contenerlo tutto, ma sono disponibili online versioni interattive che permettono di navigare lungo i rami dell’albero saltando dai batteri, alle coccinelle, a noi. Clicca su una delle immagini qui sotto per navigare tra le specie viventi.

Una traduzione italiana dei taccuini di Darwin è stata pubblicata nel 2008 da Laterza, a cura di Telmo Pievani. Una versione digitale dei taccuini, con immagini originali e note, è disponibile online.


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