Quando i marziani invasero l’America

Terrapiattisti, scie chimiche, rettiliani, illuminati… false notizie che si propagano a ondate sui social media. Perché abbiamo tanta voglia di credere a teorie complesse e apparentemente assurde?

In realtà c’è in tutti noi un meccanismo istintivo innato che ci ha addestrato, per tutta la preistoria, a cercare intenzioni nascoste e collegamenti tra eventi indipendenti. I social media hanno solo reso più veloce e visibile un fenomeno che dagli antichi miti greci passa per la caccia alle streghe e alle pozioni miracolose, arrivando alle bufale attuali.

 “Rischiamo di avere notizie incomplete e ingannevoli a causa di un mezzo di comunicazione che forse non è adatto a fare giornalismo.”

Questa non è una critica ai social media ma una frase di ottanta anni fa, scritta per attaccare la radio. Tutto a causa della più spettacolare bufala mai pensata, sino ad ora, da mente umana.

L’anno è il 1938. La radio, inventata da Marconi nell’Ottocento, è diventata un mezzo di comunicazione potente e pervasivo, oltre che un business enorme. Prima della TV, prima di internet, è la radio a rubare pubblicità ai giornali, portando musica e notizie in milioni di case di un’America ancora stremata dalla Depressione, preoccupata dai venti di guerra che arrivano dalla Germania nazista.

Il giovane Orson Welles, 1928

Una star del nuovo mezzo di comunicazione è il futuro attore e regista di Hollywood, Orson Welles. Welles ha solo 23 anni, non è ancora famoso, ma già noto nell’ambiente di New York come regista audace e innovativo, autore di spettacoli originali e di successo, compresa una versione del Macbeth con tutti attori afroamericani. Lavora in parallelo a tante trasmissioni per la radio CBS. Tra queste, anche radio-drammi, adattamenti di romanzi famosi recitati da attori. Il libro che ha narrato il 23 ottobre 1938 è Il giro del Mondo in 80 giorni, di Jules Verne. Per la puntata di Halloween, il 31 ottobre, Welles sceglie un romanzo fantastico dell’Ottocento, La guerra dei mondi, che racconta l’invasione dell’Inghilterra da parte di orripilanti marziani, a bordo di enormi macchine armate di raggi della morte e gas velenosi. Il romanzo di Herbert George Wells – quasi omonimo del regista radiofonico – sarà uno dei pilastri della Fantascienza, ispirando centinaia di libri, film e presunti avvistamenti di UFO.

H. G. Wells. La guerra dei mondi, 1898

A dir la verità, Welles non trova il romanzo molto eccitante. Però ha poco tempo e poche alternative sotto mano; chiede a Howard Koch, scrittore del programma, di procedere con l’adattamento per la radio, spostando la storia dall’Inghilterra al New Jersey. Koch prova a scrivere, ma il 26 telefona per dire che La guerra dei mondi non è adatta per la radio. Purtroppo mancano solo poche ore all’inizio delle prove, non ci sono alternative, quindi si decide di andare avanti. La notte del 28 Welles ascolta una registrazione del testo. È noioso; Welles chiede di aumentare dramma e realismo raccontando la storia come se fosse vera, con notiziari, interventi di giornalisti e militari sul luogo dell’invasione marziana, e finti rumori di battaglia.

Il 29 il testo è pronto. Per sicurezza, Orson manda il testo al dipartimento legale della CBS che lo giudica troppo realistico, e chiede di sostituire i nomi dei paesi del New Jersey con nomi di fantasia, per evitare problemi.

La diretta radio con attori e musicisti, e Orson Welles che dirige sullo sfondo.

La sera di Halloween, alle 8, tutto è pronto per la diretta; gli attori, l’orchestra e Orson Welles. Per sicurezza, un messaggio viene trasmesso all’inizio della trasmissione chiarendo che si tratta di un’opera di fantasia. La trasmissione è drammatica e avvincente; comincia con un tranquillo brano musicale, interrotto all’improvviso dalla notizia di strane esplosioni osservate sulla superficie di Marte. Dopo un’intervista rassicurante a un professore di Astronomia, la musica riparte. Poi, un’altra interruzione riporta la caduta di un meteorite in un piccolo paesino del New Jersey. Giornalisti inviati sul luogo descrivono, in maniera confusa e frammentaria, il caos che segue quando dei marziani appaiono dal cratere dell’impatto, e inceneriscono i poliziotti vicini. Interviene l’esercito, e il ritmo diventa sempre più incalzante, con voci di militari e giornalisti, rumori di esplosioni, aerei che rombano, tutti i suoni di una disperata battaglia tra uomini e marziani.

Orson dirige e dà ritmo; crea suspense con lunghissimi intermezzi musicali di un piano che suona, sempre più sinistro, senza dare aggiornamenti, per tenere il pubblico in sospeso. Fa urlare i suoi attori, interrompe i collegamenti di colpo come se il peggio fosse avvenuto. Sfoggia tutto il suo talento, con effetti imprevisti.

Migliaia di ascoltatori si sono sintonizzati dopo l’annuncio iniziale, e non hanno sentito o capito che la storia è solo finzione. Moltissime persone corrono dai vicini per avvertirli, diffondendo la bufala; poi cominciano a chiamare la radio, i giornali e la polizia.

Alle 8.32 un supervisore della CBS arriva in sala, pallido come un morto. Chiede di interrompere la trasmissione, che tanto è quasi finita. La sala si riempie di poliziotti, gli attori sono portati via e interrogati. Poi arrivano i giornalisti, come avvoltoi affamati di notizie.

In realtà la trasmissione ha fatto tanto rumore, ma pochi danni reali. Tanta gente si è spaventata, ma nessuno è sceso per strada per scappare all’invasione marziana.

I giornali, però, ingigantiscono l’episodio per attaccare duramente la radio, creando una bufala nella bufala. Nei giorni successivi pubblicheranno qualcosa come 12000 articoli sull’argomento con titoli come “TRASMISSIONE RADIO TERRORIZZA LA NAZIONE”. Orson Welles sarà costretto a organizzare una conferenza stampa per rispondere alle accuse dei giornalisti. Si mostra pentito e triste; forse è sincero, forse sfrutta la sua abilità di attore. Forse immagina che lo scandalo sarà la sua fortuna, fruttandogli un contratto da regista a Hollywood e l’inizio della sua grande carriera.

“La guerra dei mondi” entrerà nella storia dei mass media, perché il pubblico abboccò alla falsa notizia oltre ogni aspettativa. Gli Americani, bombardati da molti mesi da notizie preoccupanti su Hitler, la Germania nazista e sulla possibilità di una guerra, si mostrarono molto sensibili ad accettare notizie sorprendenti. Nel 1941, solo tre anni dopo ascolteranno alla radio un’altra storia incredibile ma vera: la notizia che i Giapponesi (non degli extraterrestri, ma comunque “alieni”) avevano distrutto a Pearl Harbour, in un colpo solo, quasi tutta la flotta americana di stanza nel Pacifico!

Fu il terrore generato dalla Guerra dei mondi un caso particolare, dovuto al periodo stressante, e a un regista troppo virtuoso?

No.

Sei anni dopo, in Equador, due giornalisti decisero di rifare “lo scherzo” con effetti anche peggiori. Si scatenò una mobilitazione di truppe, disordini di piazza, sei morti, l’incendio e la completa distruzione della radio che aveva trasmesso il programma.

Nulla fa pensare che noi, oggi, siamo diventati più saggi o furbi di un radioascoltatore degli anni Trenta. La velocità con cui la notizia dell’invasione si diffuse allora è simile a quella con cui si diffondono oggi notizie e fotomontaggi chiaramente inventati, condivisi da persone intelligenti e istruite, che potrebbero scoprire la bufala con un minimo sforzo, ma semplicemente non hanno tempo per farlo.

Prima di schiacciare il tasto “inoltra” per una qualsiasi cosa vi faccia ridere, spaventare o indignare, ragionateci sopra un minuto. Magari pensando a Orson Welles, ai marziani e alle persone morte in Equador per una bufala assurda.


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