Tesla, lo scienziato più pazzo del mondo

Parliamo spesso in questo blog di scienziati pazzi e sregolati, ma questo genio li batte tutti.

Nikola Tesla, 1846-1943.

Nikola Tesla, “l’uomo che inventò il ventesimo Secolo”, non è forse conosciuto quanto Einstein o Edison, ma è stato altrettanto importante nella Storia recente, e merita sicuramente di essere ricordato.

Tesla nasce nel 1856 in Croazia, figlio di un pastore ortodosso. Sin da ragazzo la sua mente sembra un motore che gira sempre al massimo. Legge e ricorda decine libri a memoria, e fa a mente difficili calcoli integrali. Quando si iscrive all’università finisce il primo anno senza perdere una lezione, fa il doppio degli esami previsti dal programma, crea un club culturale serbo, tutto questo con ritmi di lavoro assurdi, che manterrà per tutta la vita; studia venti ore al giorno, dalle 3 del mattino alle 11 di sera, domeniche e festività comprese.

Nel corso della sua vita imparerà varie lingue: Inglese, Francese, Ceco, Tedesco, Ungherese, Italiano, Latino e naturalmente Serbocroato.

La sua mente così impetuosa lo porta anche in direzioni sbagliate; si appassiona al gioco d’azzardo, perde i soldi che gli servivano per gli studi, abbandona l’università dopo il primo anno; non prenderà ma la laurea. Durante gli studi però ha conosciuto quella che sarà la grande passione della sua vita: l’elettricità, la meraviglia del diciannovesimo secolo, una “forza meravigliosa” che incuriosisce e attrae Tesla. Cercando lavoro approda finalmente a Parigi, alla Continental Edison Company. Thomas Edison è la star dell’elettricità, l’uomo che pochi anni prima ha donato al mondo la lampadina. Lavorare con Edison in quegli anni è paragonabile a lavorare, oggi, per Steve Jobs, o Elon Musk. Dopo qualche anno, il suo manager lo spedisce a New York con una lettera di raccomandazione da presentare a Edison. La lettera che Edison legge dice: “Conosco due grandi uomini; uno sei tu, l’altro è il giovane che ti sta davanti”.

Edison e Tesla sono però incompatibili. Il primo è un uomo pratico, grande imprenditore e sperimentatore secondo cui “Il genio è 1% di ispirazione e 99% di sudore”. Tesla invece non ha bisogno di esperimenti: visualizza direttamente le sue invenzioni nella mente, già pronte con ogni dettaglio. Dirà poi che “i metodi di Edison erano inefficienti. Mi dispiaceva vederlo lavorare sapendo che un po’ di teoria e di calcolo gli avrebbero risparmiato il 90% del lavoro”.

La maggiore divergenza di idee tra Tesla ed Edison è sulla corrente elettrica. Edison ha fatto grandi investimenti e sviluppato macchinari che funzionano con corrente continua (DC).

I motori elettrici del tempo lavorano con corrente DC, che scorre in una bobina di rame tra due magneti, facendo ruotare la bobina. Dopo mezzo giro la corrente deve essere invertita per continuare il giro; questo si ottiene con spazzole metalliche che contattano diverse parti della bobina.

A vent’anni Tesla aveva avuto un’idea pazza e geniale; invece di usare magneti fissi, è possibile creare un campo magnetico rotante. Il segreto è usare corrente alternata (AC) che non deve essere invertita con le spazzole. È il motore elettrico asincrono a induzione, usato ancora oggi. Tesla non è il primo ad avere quest’idea, già abbozzata da Galileo Ferraris, ma è al posto giusto al momento giusto.

Brevetto sul motore a induzione.

Tesla dura poco nella ditta di Edison; gli viene negato un premio di produzione o forse è lui a capire male, prendendo seriamente una battuta fatta per scherzo. Si licenzia, per sviluppare libero le sue invenzioni. Trova un potente sponsor, l’industriale George Westinghouse che è in competizione con Edison per elettrificare gli Stati Uniti. È l’epoca d’oro del capitalismo d’assalto, del libero mercato dettato solo dalla concorrenza: tra Edison e Tesla scoppia la cosiddetta “guerra delle correnti”, DC verso AC, una storia troppo lunga e affascinante per essere descritta in queste brevi righe.

Edison fa un errore, tipico di molti scienziati: è troppo affezionato alla tecnologia DC, la sua creazione, e rifiuta di riconoscere e adottare la tecnologia AC, che è migliore.

La corrente AC può alimentare i nuovi motori elettrici a induzione, e può essere facilmente trasformata da basso voltaggio ad alto voltaggio; questo permette di trasmetterla su lunghe distanze senza dispersione, creando una rete elettrica nazionale. Tra colpi di scena e colpi bassi, Tesla e Westinghouse vincono infine l’appalto per illuminare l’esposizione mondiale di Chicago. Vincono un altro importante appalto alle cascate del Niagara, dove enormi generatori sono installati per sfruttare l’energia dell’acqua per alimentare la nascente rete elettrica AC.

Tesla legge un libro sotto uno dei suoi generatori di fulmini.

Oltre al motore a induzione, Tesla ha inventato anche le bobine Tesla, macchine mostruose capaci di creare scariche elettriche da decine di migliaia di Volts. Oltre a usarle per applicazioni scientifiche, Tesla sfrutta le sue bobine per impressionare il grande pubblico, creando fulmini artificiali lunghi diversi metri, o accendendo lampadine che tiene come per magia in mano, senza nessun collegamento (c’è una versione molto romanzata di queste invenzioni in un bel film chiamato “The Prestige”, dove Nikola Tesla è interpretato da un inquietante David Bowie).

L’inquietante interpretazione di Tesla fatta da David Bowie nel film “The Prestige”.

Il periodo d’oro di Tesla, però, è destinato a finire; a differenza di Edison, non è un buon imprenditore. Continua a sfornare invenzioni più o meno realistiche imbarcandosi in avventure sempre più ambiziose, cercando finanziatori sempre più audaci che a un certo punto smettono di credere in lui. Alcune delle sue teorie sono in anticipo sui tempi, come navi radiocomandate, immagini a raggi X, un radar per indentificare sottomarini, un aereo a decollo verticale, un generatore di ozono per sanificare stanze. Altre sono completamente sballate: scopre un modo per ricevere segnali dai marziani, propone di usare scariche elettriche per aumentare l’intelligenza di ragazzi poco studiosi, annuncia di aver sviluppato un misterioso raggio della morte. Investe enormi energie per sviluppare comunicazioni radio a distanza, ma è battuto sul tempo da un giovane scienziato italiano, Guglielmo Marconi.

Tesla diventa una figura unica e ben riconoscibile per le strade di New York, con un peso di circa 60 kg distribuiti su ben 188 cm. La sua mente è un continuo fuoco d’artificio ma, con le idee, aumentano anche le stranezze. Vive per anni in camere d’albergo spostandosi da un hotel all’altro, inseguito dai debiti. Diventa un maniaco della pulizia e dell’ordine, lavandosi continuamente le mani, ha un terrore esagerato per ogni contatto fisico, per i capelli, per le superfici lisce, in particolare le perle dei gioielli. Sviluppa un amore inquietante per i piccioni. Ama nutrirli, a decine, nel parco, oppure accoglierli nella sua stanza di hotel, creando non pochi problemi. Si innamora di uno dei suoi piccioni: “Ho nutrito migliaia di piccioni, ma ce n’era uno, un uccello bellissimo, di un bianco puro con punte di grigio sulle ali. Questo piccione era differente. Ho amato quel piccione, l’ho amato come un uomo ama una donna, e esso ha amato me. Quando quel piccione morì, qualcosa sfuggì dalla mia vita. Quando quel qualcosa andò via, seppi che il lavoro della mia vita era finito.”

Muore nel 1943, nella sua camera d’hotel; una cameriera trova il suo cadavere solo due giorni dopo.

Edison morì ricco e famoso; Tesla finì la sua vita povero, solo, lasciando però al mondo trecento brevetti e tante invenzioni.

Oggi Tesla sarebbe felice di vedere che abbiamo dato il suo nome all’unità di misura del campo magnetico. Sarebbe ancora più contento di vedere centinaia di migliaia di macchine elettriche sfrecciare per le strade col suo nome; sono le Tesla di Elon Musk, di cui abbiamo parlato in un altro post di Elastoria. Quello che lo farebbe più felice è che le Tesla sono alimentate da batterie DC, ma usano motori AC, discendenti del motore che gli apparve in mente, già perfetto, quando aveva vent’anni.


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