La necessità aguzza l’ingegno e, purtroppo, la guerra è un periodo di grandi necessità e quindi di invenzioni e scoperte. Alcune di queste invenzioni cambiano la nostra vita (ad esempio il radar); altre falliscono, e sono dimenticate.
Alcune di queste invenzioni perdute, però, sono così assurde e fantasiose che meritano di essere ricordate.
Questa storia comincia durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli Alleati, in particolare gli Inglesi, stanno perdendo la guerra a causa del blocco dei rifornimenti per l’azione micidiale degli U-boot tedeschi, che affondano ogni mese decine di navi.
Si è capito presto che il mezzo ideale per avvistare e distruggere i sottomarini sono gli aeroplani, che però hanno un’autonomia limitata. Possono proteggere i convogli all’inizio del loro viaggio, vicino alle coste degli Stati Uniti, e alla fine, quando si avvicinano all’Inghilterra. Nel mezzo dell’oceano Atlantico, lontano da Stati Uniti e Inghilterra, non c’è nessuna copertura aerea, e i sottomarini possono fare strage di navi quasi indisturbati. Tom Hanks ha recentemente fatto un nuovo film ambientato proprio su un convoglio in questa situazione.
Il risultato finale della guerra dipende dal vincere la battaglia nell’Atlantico;
Winston Churchill, anni dopo, confesserà: ”L’unica cosa che mi preoccupò davvero durante la guerra fu il pericolo degli U-boot”.
Un’idea fantastica per risolvere il problema viene nel 1942 al (quasi) eroe di questa storia, di nome Geoffrey Pike. Di origini ebraiche, sin da giovane è soggetto a discriminazioni antisemite, e sviluppa quindi una grossa vocazione per (tentare di) migliorare il mondo. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale lascia gli studi in legge a Cambridge perché vuole diventare giornalista di guerra. Gli viene una pazza idea, la prima di tante: infiltrarsi in Germania per vedere come i Tedeschi stanno vivendo la guerra. Ci riesce, scoprendo che la Germania è molto meno allo stremo di quanto la stampa ufficiale inglese voglia far apparire. Preso prigioniero, scappa avventurosamente in Olanda e poi in Inghilterra, e la storia della sua fuga diventa uno scoop. A quel punto abbandona però il giornalismo per dedicarsi ad altre attività, prima fra tutte quella di inventore. Nella sua vita proporrà varie idee strampalate come locomotive a pedali o trasporto di persone tramite tubi scivolosi (per intenderci, quelli usati negli acquascivoli).

L’idea per cui è però famoso gli viene nel 1942. Il Nord Atlantico era (ed è) noto per la presenza di iceberg vaganti, che si staccano dalla banchina del Polo Nord e possono viaggiare anche molto a Sud prima di sciogliersi. La tragedia del Titanic, successa solo 30 anni prima, ha reso evidente che nessuna nave, per quanto potente e moderna, è robusta quanto il ghiaccio. Allora, si dice Pike, perché non fare una nave tutta di ghiaccio?
L’idea può sembrare assurda ai più; Però Lord Mountbatten, capo delle operazioni dell’Inghilterra, ha già imparato ad apprezzare le idee fantasiose di Pike, e considera seriamente la cosa.
Il ghiaccio galleggia sull’acqua ed è poco costoso da fare; un chilo di ghiaccio richiede solo un centesimo dell’energia necessaria per fare un chilo d’acciaio. Un’isola di ghiaccio può costituire, almeno nel Mare del Nord, una base per far decollare e atterrare bombardieri proprio nella zona al momento priva di copertura aerea. In parole povere, Pike propone di fare una portaerei tutta di ghiaccio, resistente a bombe e siluri e facilmente riparabile con acqua!

Il progetto è audace ma fattibile, anche se pone problemi enormi di ingegneria. Per il decollo dei bombardieri la Nave di ghiaccio dovrebbe essere grandissima, quasi 700 metri di lunghezza e 100 di larghezza, più grande di qualsiasi transatlantico o portaerei mai esistente. Il vantaggio è, come dice lo stesso Churchill, che “la Natura potrebbe fare il lavoro per noi” ghiacciando l’acqua senza sforzo nel freddo mare del Nord. Nel Dicembre del 1942 Churchill assegna alta priorità al progetto, cui è dato un nome in codice preso dalla Bibbia: progetto Habbakuk.
Subito sorgono problemi. L’idea di tagliare pezzi di banchina artica da usare come piattaforma non funziona; la banchina è spessa al massimo 3-4 metri, troppo poco per sopravvivere alle onde dell’oceano. Anche l’idea di spianare iceberg naturali è infattibile; poiché il 90% di un iceberg è sott’acqua servirebbe un iceberg immenso, inamovibile.
Si decide che “La Natura NON può fare il lavoro per noi”, e che quindi bisogna costruire una vera e propria nave, squadrata e cava, fatta però di ghiaccio.

Paper read at Meeting of the Society on 28 November 1946.
Il problema è che il ghiaccio è molto resistente, ma è fragile. Un colpo dato su una lastra d’acciaio lo ammacca; lo stesso colpo dato su una lastra di ghiaccio crea una fessura che si può propagare per decine di metri (come sa bene chiunque abbia visto i film animati di Ice Age).
La soluzione è usare un nuovo tipo di materiale composito: il ghiaccio rinforzato, simile al cemento. Basta aggiungere il– 4% in peso di polpa di legno al ghiaccio per rendere le sue proprietà meccaniche molto migliori, e soprattutto per eliminare la sua fragilità. Il nuovo composito è chiamato pykrete unendo il nome di Geoffrey Pyke con il nome inglese del cemento (concrete).
Il risultato è straordinario. In una dimostrazione di fronte a un gruppo di ammiragli, un blocco di ghiaccio e uno di pykrete sono messi vicino, poi colpiti in sequenza da proiettili di pistola.
Il blocco di ghiaccio esplode subito in mille pezzi, quello di pykrete si scalfisce appena, creando un graffio profondo meno di un centimetro (il proiettile, rimbalzando, sfiora uno degli ammiragli).

Paper read at Meeting of the Society on 28 November 1946.
Gli Inglesi cominciano la produzione di pykrete in grande scala in Canada, dove abbondano acqua, legno e freddo. Un vantaggio aggiuntivo del pykrete è che, grazie alla polpa di legno, conduce poco calore, e quindi si scioglie molto più lentamente del ghiaccio puro. Si costruisce un primo prototipo, una specie di casa galleggiante di diciotto metri, che appare subito molto resistente e stabile. Nonostante gli inizi promettenti, però, il progetto è destinato a fallire, a causa delle sue enormi proporzioni e di fattori esterni.
La stazza totale della nave deve essere di due milioni di tonnellate! Equivalente, in peso, a circa cinquanta portaerei normali. I motori necessari per spingere una massa simile a una velocità decente (10 nodi) non possono essere motori a scoppio, perché generano troppo calore; si pensa di usare motori elettrici esterni allo scafo, ma non si trova il modo di rendere la nave manovrabile. Nel frattempo, l’autonomia degli aerei alleati aumenta, così come la loro efficacia, consentendo di avere copertura aerea su tutto l’Atlantico; la nave di ghiaccio diventa inutile, e il progetto Habakukk è abbandonato nel 1944. Il prototipo costruito per prova resisterà però per ben tre estati prima di sciogliersi.
Geoffrey Pike, l’inventore che avrebbe potuto cambiare il corso della guerra, si suicida nel 1948, depresso per non essere riuscito a realizzare nessuna delle sue molte, fantasiose invenzioni.
Secondo molti la nave di ghiaccio avrebbe potuto funzionare davvero, e il pykrete attira ancora oggi molto interesse. I protagonisti del noto programma televisivo Mythbusters hanno costruito una barca di 4 metri in pykrete, usando giornali vecchi invece di polpa di legno, e ci hanno attaccato un motore fuoribordo navigando poi ad alta velocità per le fredde acque del Canada. Anche su terraferma, varie cupole di pykrete sono state costruite per prova, spruzzando acqua su dei palloni gonfiabili.
Se, quindi, abitate mooolto a nord e volte costruirvi a poco prezzo una nave, un bunker o anche una casa nuova, ora sapete come fare.

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